L'infezione da corona virus che ha colpito il mondo e l'Italia nel 2020 entrerà di diritto nelle pagine dei libri di storia, e ci cambierà per sempre la vita...
Degli effetti e delle caratteristiche del corona virus non parlo, in attesa che i virologi trovino accordo unanime e la smettano di polemizzare tra loro; quello che mi ha colpito maggiormente è stato il grande senso civico manifestato dalla stragrande maggiornaza degli italiani, troppo spesso dipinti come indisciplinati; dove vivo io, in Piemonte, in generale si sono seguite le regole con spirito di sacrificio; paradossalmente, i più indisciplinati non sono stati i giovani ma gli anziani, ovvero la categoria più a rischio infezione; in generale però, lo ripeto, possiamo dire che le consegne sono state rispettate.
Questo virus ha sconvolto il tessuto sociale, quello economico, ha stravolto le nostre abitudini, i nostri ritmi, i nostri rapporti interpersonali, negandoci il piacere di un caffè con gli amici, le partite di calcio, i ritrovi, gli abbracci le feste e la possibilità di fare quello ci pare quando ci pare, tutte cose che, sbagliando, davamo per scontate, quasi dovute; a livello personale, non aver potuto degnamente festeggiare gli 80 anni di mia madre, le difficoltà di avere un figlio maturando con l'ansia di non sapere come sarà il suo esame, l'incertezza sul futuro, sono tutti dettagli che mi hanno fatto pensare e molto.
Eppure, come sempre accade, anche nelle tragedie si possono cogliere aspetti positivi; internet, nata per fini militari, ha trovato la punta della sua maggior utilità sociale, permettendoci di assolvere buona parte dei nostri compiti professionali e didattici; un paese molto indietro come l'Italia ha superato giocoforza i suoi limiti culturali ed ha provato sul campo il telelavoro (termine ben più corretto dell'osceno ed inventato smart-working), ovvero un mio vecchio cavallo di battaglia poichè da anni sostengo che potebbe essere la rivoluzione per almeno il 50% degli ambiti lavorativi, con enormi risparmi sull'economia, sugli spostamenti, sul tempo, sulla salute; constatare che è possibile farlo in larga scala e praticamente in tutta Italia, è stato motivo di orgoglio per me che ne parlavo nel 1998...
Anche la scuola, lentamente, ha fatto di necessità virtù e si è scoperta più agile, come gli obesi che, stimolati pesantemente dallo stress o dalla paura, si mettono a correre fortissimo; generazioni di insegnanti resti per pigrizia, mancanza di tempo o formazione culturale, hanno finalmente imparato ad utilizzare la tecnologia, cosa che apre scenari impensabili e che può finalmente migliorare il dialogo e l'nsegnamento con una generazione di studenti che invece è nata con la tecnologia in mano; intendiamoci, io sono un sostenitore accanito e convinto della scuola... a scuola, perchè le nozioni vere sono anche fatte da "sfumature" che solo il contatto diretto con i docenti è in grado di dare, ma certamente l'uso di tecnologie a supporto per la didattica può essere uno splendido complemento o una efficace alternativa, in grado di sopperire momentanemente alla scuola fisica.
Anche le aziende dovranno prendere atto che il telelavoro non diminuisce la produttività anzi è vero l'esatto contrario; il lavoratore a casa si riappropria dei ritmi e, alleggerito dagli spostamenti, lavora di più e meglio e consente anche alle aziende di risparmiare su molte voci di costo.
La vera delusione per me è stata l'Europa, di cui sono sempre stato un acceso sostenitore; constatare l'assoluto egoismo di paesi come Olanda e Germania e tutto un blocco di paesi del nord incapaci di capire la portata di una pandemia come questa, è stata l'amara conferma del fallimento del mio sogno; l'Europa non è unita, anzi probabilmente non lo è stata mai, e i tanto decantati "paesi virtuosi" di virtuoso non hanno nulla...
Non bisogna infatti dimenticare che molti paesi hanno mantenuto la propria moneta, molti hanno giocato sporco attuando politiche fiscali al limite della regolarità, e molte aziende italiane, fca in primis, che in barba alla caterva di soldi che lo stato italiano le ha elargito in passato, è stata lestissima a trasferire il domicilio fiscale in Olanda e come lei molte altre aziende italiane che hanno in Benelux la propria sede fiscale.
Il sentimento antieuropeista che sta montando in Italia è legittimo, perchè in troppi ci fanno la morale, ma da questi paesi moralisti non esce farina per ostie, anzi...
Alla fine tutti i nodi vengono al pettine, e quello europeo è un nodo più grosso del pettine.