Mi rocordo benissimo Natali oramai lontani, in cui io e mio fratello facevamo fatica a dormire, tanta era l'agitazione di attendere Babbo Natale... Con parecchia confusione in testa, visto che vivendo in Piemonte era anche Gesu Bambino a portare i doni... Mi interrogo spesso se il Natale è ancora quello magico di allora, e la risposta è no; perchè intorno è cambiato tutto: siamo cambiati noi, sono cambiati i bambini con troppa voglia di crescere per imitare adulti che tutto quello che hanno saputo creare sono state le veline e un paese dove un bravissimo ricercatore guadagnerà in tutta la sua vita come un calciatore in un mese, e pazienza se il calciatore avrà letto in tutta la sua vita quanto un ricercatore in un mese (e crediamo di tenerci larghi...) .
Scrivo dopo avere appreso della morte del sesto operaio coinvolto nell'incidente in fonderia a Torino; mentre i suoi colleghi spiravano le nostre cariche istituzionali sfilavano in smoking e abiti da cerimonia alla prima della Scala trionfo della loro vanesia lontananza dalla vita di tutti i giorni di coloro che rappresentano. La nostra classe politica è alla deriva: cialtrona, incapace e collusa, è l'espressione impietosa di quello che siamo, intesi come popolo; un popolo che è pericolosamente rimasto all'età dei comuni, avendo nel contempo perso terrreno in ogni campo del sapere; eppure, anche in questo quadro tutt'altro che entusiasmante, riesco ad intravedere flebili luci: migliaia di persone che nonostante tutte le difficoltà cercano di educare i propri figli, lavorano, fanno del volontariato, nel senso più nobile del tempo; il vero Natale è pensare di potere migliorare il mondo, tutti insieme, senza interessi personali; per continuare a vedere bambini che non riescono ad addormentarsi per aspettare Babbo Natale.
E allora, davvero, Buon Natale a tutti!