Nella società iperglobalizzata, vige una regola piuttosto ferrea che vuole si utilizzi a piene mani una ipocrisia di fondo che giustifichi ed anzi renda perfettamente leciti vedere quotidianamente uomini ammazzati, ma vieta che si possa parlare in modo scorretto di animali...
per non offendere la sensibilità comune (!) come se questo fosse sufficiente a scongiurarne maltrattamenti, sevizie e crudeltà varie. E' una ipocrisia di fondo che non mi trova d'accordo.
Beppe Bigazzi, colonna storica de la prova del cuoco, è stato sospeso per avere parlato di un fatto che avveniva regolarmente in molte zone d'Italia: mangiare i gatti.... Il suo peccato mortale è stato quello di avere detto che in passato anche lui lo ha mangiato e lo ha trovato anche molto buono...
Sono idee personali, molto discutibili per opportunismo e che poteva benissimo risparmiarsi, ma sono niente di fronte a quello che agli animali viene riservato dai sedicenti "amanti"; mangiare in tempo di guerra un gatto non è più crudele che mangiare qualunque animale, a meno di non volere stilare classifiche razziste sugli animali; un coniglio soffre come e forse più di un gatto, ed analogamente un'aragosta buttata viva nell'acqua bollente, un maiale sgozzato o mille altri esempi non sono meno crudeli.
In Italia fino agli anni 80 si mangiavano in moltissime zone passeri ed altri uccellini catturati con le reti accompagnati dalla classica polenta; pratica criticabilissima, ma che avveniva...
Discutibile poi anche il concetto di sofferenza: animali costretti in angusti alloggi a 24-25 gradi, vestiti in modo orrendo e costretti a vivere come gli umani, con i loro ritmi, le loro abitudini, non è poi meno crudele...
La colpa imperdonabile di Bigazzi è di avere detto una cosa vera, e questo a pensarci bene, in televisione è il più grave dei peccati...