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I drammatici avvenimenti in Giappone ripropongono in maniera fin troppo netta l'antico dilemma: nucleare sì o nucleare no?

Per una logica piuttosto perversa, alcuni giorni dopo un'intervista molto discutibile di Veronesi, il medico 85 enne (largo ai giovani..) che a capo dell'agenzia per la sicurezza nucleare, dopo una vita da encologo e un'esperienza politica (senatore), intervista in cui tesseva lodi sperticate al nucleare quasi fosse la panacea di tutti i nostri problemi energetici, un tremendo terremoto seguito da uno sconvolgente tsunami, mandavano in crisi diversi reattori nella centrale nucleare di Fukushima in Giappone, un paese peraltro all'avanguardia tecnologica e con un popolo tra i più disciplinati; le conseguenze di questi terribili avvenimenti hanno messo palesemente a nudo le mille bugie che continuamente sono state dette a difesa del nucleare, che continua ad essere una tecnologia costosa e per nulla sicura.
Il nostro governo pare nettamente schierato a favore del nucleare, e la cosa non mi sorprende, considerato il sostegno dato ripetutamente alle diverse lobby e alla recente crociata intrapresa per azzoppare il comparto del fotovoltaico con l'ineffabile ministro Romani in testa; il fotovoltaico è una delle poche realtà che in tempi di crisi hanno generato posti di lavoro e creato ricchezza; il ministro Romani dichiara alcune cose pesanti che vanno puntualizzate, perchè se è vero che il sostegno al fotovoltaico pesa sulla bolletta Enel, si omette di dire quanto hanno pesato e continuano a pesare gli importi per le cosiddette "assimilabili" vero e proprio regalo alla lobby petrolifera, notoriamente non proprio un movimento ecologista....
Rimpiango sempre quando Romani si occupava della propria emittente privata, di programmi come Colpo Grosso e Maurizia Paradiso (ed ho detto tutto), e nutro forti dubbi sulla sua effettiva competenza, perchè la scelta nucleare deve essere ponderata bene: sono in gioco gli interessi di tutti non di pochi "furbetti".
Tralasciando le banalità ed ovvietà pronunciate come al solito dalla Marcegaglia, personaggio che non ha mai avuto altri meriti oltre a quello di essere figlia del proprietario delle acciaierie Falck, la quale da leader di confindustria dice cose di una banalità sconcertante stile "casalinga di Voghera"; quello che mi colpisce è l'ipocrisia di fondo dello stato italiano, che passa con sconvolgente disinvoltura dal ricevere Geddafi nella culla della cristianità consentendogli atteggiamenti circensi e prostandosi in modo indegno con tanto di baciamano (capirai...), e poi effettuare un clamoroso dietrofont non appena il dittatore (perchè questo era e questo è) si difende sparando sulla propria gente...
Uno stato italiano che vuole a tutti i costi il nucleare, infischiandosene del fatto che già in precedenza il popolo aveva bocciato questa scelta con un referendum; curioso poi l'atteggiamento di alcuni presidenti di regione, ad esempio Cota in Piemonte, che sono favorevoli al nucleare, basta che sia in casa di altri...
La lega poi una volta di più si conferma campione di coerenza; abbandonare l'aula al momento dell'inno italiano ma essere presenti per prendere tutte le indennità dello stato italiano è un magnifico esempio di comportamento etico; pretendere eticità da politici che a parole disdegnano roma ladrona, ma poi si avventano su cariche, consigli di amministrazione e su tutto quello che porta moneta con la stessa famelicità delle cavallette; pronti a osteggiare la festa per i 150 anni di Italia dicendo che il paese deve lavorare e non sprecare, mentre poi l'ineffabile ministro Maroni non acconsente ad accorpare i referendum alle elezioni politiche, con sperpero di diversi milioni di Euro, il tutto con intento chiaramente boicottativo: questo dovrebbe fare riflettere non poco l'elettorato leghista.
Bel personaggio anche il ministro dell'ambiente Prestigiacomo; intenta a cercare di farsi sentire in mezzo ad un consesso in cui non se la fila nessuno, cercando di contenere le mire espansionistiche della Brambilla che da ministro del turismo (altro dicastero che con scelta referendaria il popolo italiano aveva scelto di abolire) spesso tratta tematiche di competenza ambientale; mai sentito un ministro dell'ambiente essere a favore del nucleare.
Io da umile cittadino italiano vorrei che qualcuno di questa compagnia dei miracoli mi spiegasse:
ammesso che le centrali nucleari italiane saranno tecnologicamente più avanzate di quelle giapponesi (cosa tutta da dimostrare), siamo sicuri che siano la scelta adatta in un territorio come quello italiano, sismico e con grossi dissesti idrogeolocici?
Quanto ci costerà? Siamo sicuri che sia più conveniente delle rinnovabili, specie tra 20 anni? Se in tutto il mondo si assiste ad un ripensamento sulle tecnologie nucleari proprio per la loro insita insicurezza, sono scemi loro o noi?
Ma soprattutto, dove e come stoccheremo i rifiuti atomici? Siamo un paese che non riesce a gestire i rifiuti "normali" come a più riprese abbiamo constatato in Campania ed altre regioni, e vogliamo gestire i rifiuti di materiali radioattivi con tempi di smaltimento dell'ordine delle migliaia di anni?
Noi la nostra idea ce la siamo già fatta, e la esprimeremo con forza il giorno del referendum sul nucleare, tenendo bene a mente un antico proverbio Navajo, citato anche dal grande Benigni:
"Il mondo non lo abbiamo in eredità dai nostri padri, lo abbiamo in prestito dai nostri figli..."
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